E-Democracy, contrazione di Electronic Democracy (Democrazia Elettronica), neologismo in lingua inglese con cui comunemente si intende descrivere l'utilizzo delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione all'interno dei processi democratici. Le pratiche democratiche vengono comunemente associate alle elezioni e al voto, che sono lo strumento più conosciuto della democrazia rappresentativa. Quando il rapporto tra politica e cittadinanza diventa più partecipato, attivo e diretto si parlerà, invece, di democrazia partecipativa. Negli ultimi anni stanno emergendo nuove forme di partecipazione democratica che, oltre ad essere partecipate, tendono a utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione. Le Istituzioni, avvertono la necessità di conoscere più direttamente i bisogni e le esigenze della popolazione (e la cittadinanza sente di poter e dover partecipare di più alla vita politica di una nazione), per cui sono spinte ad utilizzare qualsiasi canale di dialogo, fra cui quello offerto dal web. Il principio generale di Democrazia Elettronica Partecipata, comprende le pratiche e le sperimentazioni di utilizzo delle tecnologie telematiche (Internet o telefonia mobile) da parte dei cittadini per condizionare le scelte politiche delle istituzioni democratiche di qualsiasi livello (locale, nazionale, sovranazionale, internazionale) attraverso:
- l'accesso alle informazioni politicamente rilevanti (archivi ipertestuali in linea);
- l'offerta di luoghi di discussione pluralista (conferenze elettroniche, newsgroup);
- la possibilità per tutti di intervenire in modo più o meno vincolante nei processi decisionali (voto elettronico, sondaggi permanenti).
Dunque, l'e-Democracy, dovrebbe essere l'insieme di strumenti di accesso e informazione che permettono ai cittadini di votare consapevolmente e di controllare nel tempo che i loro rappresentanti agiscano in conformità al mandato ricevuto. A tale scopo è fondamentale per l’e-Participation l’abbattimento del divario digitale (digital divide), in maniera da consentire l’accesso alle ICT (Information and Communication Technologies) per ciascun cittadino. A tal proposito, citando Derrick De KercKhove (sociologo canadese allievo di Mc Luhan):"Internet [...]è trasparenza e la democrazia non può che guadagnarci e tanto dall'assoluta trasparenza, come nello Stato dell'India dove la corruzione è stata quasi debellata perché, sono state messe in rete le informazioni sul come vengono spesi i soldi pubblici e a chi vengono dati. Trasparenza come base per la decisione e il coinvolgimento dei cittadini in un'epoca post-ideologica, in cui le differenze tra partiti contano poco e niente, l'autogoverno dei cittadini attraverso la Rete è il futuro per questo noto e ascoltato sociologo canadese [...]. Per Pierre Levy, sociologo francese, ritenuto uno dei "maestri del pensiero" della Rete, Internet diventa addirittura un'utopia salvifica per la democrazia che con grande enfasi ritiene l'unica alternativa praticabile e vincente per il governo del mondo e delle realtà locali: la "cyberdemocrazia planetaria". Nel Piano Nazionale di e-government si pone tra le cinque principali linee d'azione dei prossimi anni l'avvio di progetti per lo sviluppo della cittadinanza digitale, definiti di "e-democracy". L'intento dichiarato è fronteggiare la crescente complessità delle decisioni pubbliche con un coinvolgimento ampio delle competenze ed esperienze diffuse nella società, attivando dinamiche a distanza di contatto, dialogo e consultazione. L'e-democracy contraddistingue quei processi che prevedono l'uso di strategie e tecnologie dell'informazione e della comunicazione da parte degli attori democratici (amministratori, cittadini, associazioni, enti pubblici e privati) nell'ambito dei processi politici e di governo di comunità locali, nazionali e internazionali. L'e-democracy è il punto di arrivo del percorso che dalle azioni di e-government si propone di costruire una più ampia e-governance con l'obiettivo di migliorare la qualità della convivenza comune passando attraverso l'infittirsi dei rapporti tra i soggetti attivi sul territorio. Per raggiungere livelli di efficacia l'e-democracy deve riassumere almeno tre dimensioni:
- l'informazione, come premessa ad un rapporto trasparente e paritario tra i vari attori democratici;
- il dialogo, più gestibile e amplificato grazie all'esistenza di nuovi canali di comunicazione;
- la consultazione, con forme variabili di contatto a distanza finalizzato alla partecipazione concreta di tutti gli attori alla redazione di documenti e alla presa di decisioni.